AFGHANISTAN, STRAGI INSABBIATE

Le bugie della NATO sulle vittime civili dei bombardamenti 
Assadullah è un contadino di Kakrak, un villaggio sulle montagne della provincia centrale di Uruzgan: una delle tante zone controllate dai talebani.
Una sera di fine settembre era uscito di casa per andare a trovare un suo amico poco lontano. “Ero appena fuori dal mio villaggio quando ho sentito gli aerei e le esplosioni delle bombe. Sono corso indietro per vedere se la mia famiglia era sana e salva. Ho trovato la mia casa ridotta in macerie. Ho iniziato a scavare e ho trovato i miei quindici nipoti, maschi e femmine, stesi nei loro letti, morti nel sonno. Il più piccolo aveva sei mesi, il più grande diciassette anni. Poi ho trovato i corpi senza vita di mia madre, delle mie due mogli e dei miei due fratelli. In quel momento ho pensato che tutto il mondo fosse morto e mi chiedevo perché io fossi ancora vivo. Il giorno dopo ho scoperto che altri due villaggi vicini erano stati bombardati: sessantasette morti in totale”.
La versione ufficiale della Nato. I giorni successivi i comandi Nato hanno diramato un bollettino nel quale si leggeva che “l’aviazione e l’artiglieria della Coalizione hanno bombardato le posizioni nemiche nella zona di Kakrak, provincia di Uruzgan, uccidendo 65 talebani. Tre civili sono rimasti feriti”.
Il 17 novembre, Assadullah e altri capifamiglia della zona hanno ricevuto, senza clamori, un risarcimento monetario per i familiari uccisi.
Non fosse stato per l’inviato del Time magazine, la verità su quello che è successo a Kakrak non sarebbe mai venuta fuori. Sorge una domanda: quanti di quelle “decine di talebani” uccisi ogni giorno dalle bombe occidentali sono in realtà civili inermi?
Almeno mille civili uccisi quest’anno. Louise Arbour, capo della Commissione Onu per i diritti umani in questi giorni in visita a Kabul, ha definito “allarmante” la percentuale dei civili uccisi durante le azioni militari della missione Isaf-Nato: “Una violazione del diritto internazionale e un fatto che erode il sostegno popolare alla missione Nato e al governo Karzai”. La Arbour si riferisce ovviamente ai dati ufficiali sulle vittime civili dei bombardamenti: 337 dall’inizio dell’anno secondo le cifre fornite dalla Nato su un totale di oltre seimila morti. In realtà, se solo si tengono in considerazione le rare denunce fatte dalla popolazione afgana – come quelle di Assadullah – i civili uccisi risultano essere almeno un migliaio dal 1° gennaio 2007. Ma probabilmente si tratta ancora di una cifra ampiamente sottostimata. Sempre secondo i dati ufficiali forniti dalla Nato, quest’anno sono stati ufficialmente uccisi più di cinquemila “talebani”: quanti di loro, da vivi, erano civili?
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