G8, PROMOSSO L’UOMO DELLE MOLTOV

Giovanni Luperi, ex vicedirettore dell’Ucigos e imputato al processo Diaz, ai vertici dei servizi segreti
«Il dott. Luperi, richiesto di particolari sulla perquisizione e sul rinvenimento di oggetti, ignora lo svolgimento dei fatti; in merito alle bottiglie molotov dichiara di aver visto altri colleghi, che tuttavia non ricorda, con un sacchetto in mano che le conteneva; richiamato a rendere interrogatorio sulla circostanza, dopo l’accertamento della falsità del ritrovamento all’interno della scuola di tale reperto, preferisce avvalersi della facoltà di non rispondere»: sono parole della memoria del pm Zucca a proposito del processo Diaz. Il dirigente di polizia Giovanni Luperi, già ex vicecapo dell’Ucigos – oggi imputato nel processo per abuso di ufficio e calunnia – ieri è stato promosso: capo del Dipartimento analisi dell’Aisi (Agenzia informazioni e sicurezza interna), ovvero l’ex Sisde. Ennesima promozione di uno degli imputati Diaz, ennesimo sgomento tra chi da sempre stigmatizza la loro carriera post g8. Un elenco che si allunga ogni anno, dopo i vari Francesco Gratteri, prima questore a Bari, oggi capo al Dac, Gilberto Caldarozzi, oggi capo dello Sco, Spartaco Mortola, prima questore ad Alessandria ora vice questore vicario a Torino, Filippo Ferri, oggi capo alla mobile di Firenze. Per non parlare di Perugini (imputato a Bolzaneto e in un altro procedimento per avere menato un minorenne di fronte alle telecamere di tutto il mondo), promosso subito dopo i fatti a capo del personale della questura di Genova e Canterini, padre dell’ingresso violento dei suoi uomini alla Diaz: solo queste ultime due promozioni avevano suscitato polemiche. Per gli altri, via liscia.
Giovanni Luperi non era un funzionario qualunque quella sera a Genova: dirigente superiore e vice direttore dell’Ucigos, era da considerarsi riferimento per gli operatori appartenenti alle Digos, così come Francesco Gratteri era da ritenersi il punto di riferimento delle squadre mobili. Sono loro due, insieme al defunto La Barbera, ad essere considerati i capi dell’operazione Diaz e delle sue derive calunniose, come i verbali e le molotov false. Anzi, saranno proprio loro due a tentare, in un primo tempo, di scaricare tutte le responsabilità su alcuni sottoposti (Mortola e Dominici). I fatti però sono andati in modo diverso. Le due famose molotov, ad esempio: nel filmato di Primocanale, emittente genovese, «appare ben nitido l’azzurro del sacchetto contenente le bottiglie molotov tenuto in mano proprio dal dott. Luperi» ed è lo stesso Murgolo (oggi al Sismi), che in sede di indagini ricorda: «C’è stato un movimento, quando è stato il fatto delle molotov, si sono interessati quelli che erano li, cazzo! Io lì ricordo appunto Mortola, Luperi e Caldarozzi, io ho sentito qualcuno che chiedeva dove erano, io ho avuto cioè lì la percezione che le facessero vedere, che qualcuno se le facesse vedere». Lo stesso Luperi affiderà le molotov alla dottoressa Mengoni, funzionaria della Digos fiorentina. La Mengoni ha ricordato di fronte ai pm durante l’inchiesta «che ero fuori dal cancello, ho visto il dottor Luperi che aveva questo sacchetto, aveva un sacchetto in mano con due bottiglie. Lui mi ha visto e mi ha chiamata e aveva questo sacchetto con due bottiglie in mano che gli avevo visto prima ancora che mi chiamasse, insomma era abbastanza visibile».
La promozione di Luperi sembra l’ultima avvisaglia piuttosto eloquente circa la scarsa volontà di questo governo a vederci ancora più chiaro, e in alto, sui fatti genovesi del 2001 e, di conseguenza, sulle reali potenzialità di una eventuale commissione di inchiesta. Ancora più forte la delusione per chi, alla luce del corteo di sabato a Genova, aveva sperato in una virata differente al proposito. Immediate si sono fatte sentire le repliche: «La nuova promozione è un nuovo insulto all’etica costituzionale, una nuova bastonatura per chi fu vittima delle violenze e degli abusi nella famigerata notte dei manganelli, definita a suo tempo notte cilena dall’attuale ministro degli Esteri», dicono dal Comitato Verità e Giustizia. Dure le parole anche di Vittorio Agnoletto: «La peggior risposta che ci si poteva aspettare alla richiesta di una commissione parlamentare d’inchiesta sul G8, peraltro contenuta nel programma dell’Unione». La promozione di Luperi è inserita all’interno di un vasto turnover nei servizi: 256 nomine.
Simone Pieranni (il manifesto 23/11/2007)
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