Il 23 luglio scorso il Governo Prodi ha firmato con sindacati confederali ed imprese un protocollo d’intesa che, se trasformato in legge, inciderà profondamente sulla vita lavorativa di tutti gli italiani. Ecco i punti salienti:
Gli scalini: peggio dello scalone. La trappola dello scalone di Maroni viene diluita nel tempo introducendo un sistema di “scalini” con i quali i requisiti per andare in pensione aumenteranno finché dal 2013 occorreranno 36 anni di contributi e 61 anni di età, oppure 35 di contributi e 62 anni di età. Non solo lo scalone non viene abolito ma a regime l’età pensionabile viene aumentata di 2 anni rispetto alla riforma Maroni.
Esenzione dei lavori usuranti, MA… Per i lavoratori che svolgono mansioni usuranti (turnisti, minatori ecc…) è previsto uno anticipo di 3 anni per l’età pensionabile, MA i fondi stanziati coprono solo 5000 lavoratori all’anno, e quindi verrà stilata una graduatoria per poter accedere alla pensione. Inoltre a regime anche i lavoratori “usurati” dovranno attendere i 58 anni, quindi la situazione è peggiorativa rispetto a quella attuale.
Revisione dei coefficienti: pensione più bassa per tutti! Dal 1° gennaio 2010 saranno diminuiti fra il 6 e l’8% (a seconda dell’età di pensionamento) i coefficienti di trasformazione, ovvero l’importo della pensione rispetto all’ultimo stipendio percepito. Inoltre i coefficienti verranno rivisti ogni 3 anni e fissati per decreto senza nemmeno l’obbligo di consultare le organizzazioni sindacali.
Innalzamento delle pensioni più basse: l’elemosina! Le pensioni più basse che riguardano una platea di circa 3 milioni di pensionati, e che erano ormai completamente erose dall’inflazione, verranno aumentate di 33 euro al mese! Davvero una miseria per chi non arriva alla 4° settimana…
Lotta alla precarietà: nulla si muove! Alla faccia della tutela dei più giovani, la legge 30 rimane sostanzialmente immutata: i contratti co.co.pro. e lo staff leasing vengono mantenuti; i limiti imposti ai contratti a termine sono ridicoli, perché potranno essere rinnovati dopo 3 anni di occupazione nella stessa azienda: basterà farlo presso l’Ufficio del Lavoro alla presenza di un sindacalista, e non ci sarà nessun obbligo di trasformazione a tempo indeterminato. Nulla cambia per i contratti interinali, che rimangono privi di vincoli.
Straordinari a tutto spiano! Viene eliminata la contribuzione maggiorata che oggi è caricata sulle ore straordinarie. In questo modo gli straordinari costeranno come le ore ordinarie, con la ovvia conseguenza che i padroni ne faranno ancora più massicciamente ricorso, invece di assumere nuovo personale.
Ma il fatto più grave è che l’ intesa penalizza in maniera impressionante le giovani generazioni: con l’aumento dell’età pensionabile e degli straordinari ci saranno meno posti di lavoro e quindi più disoccupazione, un precariato a vita renderà più difficile accumulare i contributi necessari alla pensione e, una volta raggiunta, l’importo sarà da fame!
7 ottobre :: assemblea nazionale a Roma
8-9-10 ottobre :: vota NO alla consultazione
9 novembre :: sciopero generale e generalizzato