IL FRONTE INTERNO DELLA GUERRA GLOBALE PERMANENTE

Esiste una pulsione nelle forze di polizia, nella magistratura e nella maggioranza di governo in direzione di nuove e più gravi misure di controllo sociale. Alcune di queste, già scritte, aspettano solo l´occasione propizia per sfondare la resistenza dei settori democratici e garantisti. Lo si è visto, per esempio, nella vicenda dell´omicidio di Giovanna Reggiani.

Le misure adottate per contrastare la violenza negli stadi hanno già aperto la strada a limitazioni del diritto alla difesa e delle libertà dei cittadini. La possibile applicazione del reato di terrorismo nei confronti dei presunti responsabili delle azioni di teppismo, è parte organica del progetto di criminalizzazione del dissenso e in particolare dei conflitti sociali.

Il Viminale, con Amato, De Gennaro e Manganelli è luogo di concentrazione straordinaria dei fautori di questo progetto, che si è già manifestato con gli specifici riferimenti al «rischio terrorismo» in occasione delle lotte in Val di Susa o a Vicenza.

Esattamente come ha fatto oggi Manganelli riferendosi ai tifosi in rivolta, la presenza di «estremisti politici» giustifica la presunzione di «eversione». L´abbassamento della guardia da parte della sinistra nei passaggi cruciali di riorganizzazione degli apparati di gestione dell´ordine pubblico e della sicurezza ha aperto la strada ai fautori di una sorta di Patriot Act all´italiana, che rischia di travolgere il sistema di garanzie costituzionali che ancora impediscono l´adozione di norme già presenti, per esempio, negli Stati uniti dopo l´11 settembre. Il contrasto al terrorismo si incuneato nel «fronte interno» della guerra globale permanente. Sarebbe un errore enorme sottovalutare questo rischio.

Gigi Malabarba

dal blog: www.altreconomia.it/noidelladiaz

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